INFORMATION

    giardino project, a cura di Giuseppe Amedeo Arnesano, è un luogo domestico del verde rivolto al confronto critico e politico nelle pratiche artistiche e curatoriali contemporanee. Un recinto urbano dove artistə e curatorə si alternano come ospiti di una residenza estiva.
Talk, interventi site-specific e operazioni editoriali sono azione e strumento di un processo di indagine dedicato alle dinamiche culturali e alle arti visive, ripensate in una visione periferica e di provincia come quella di un paese del Sud d’Italia.





ARTVERONA 2022 

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FUORI GIARDINO



BAITBALL #03 (Faraway, So Close! - Così lontano così vicino)
Like A Little Disaster in collaborazione con la Fondazione Pino Pascali
Palazzo San Giuseppe, via Mulini, 2 - Polignano a Mare, Bari
Nell’ambito dell’edizione pilota di Polignano Art Week
17-19 giugno 2023

Foto courtesy, Like a little disaster, Polignano a Mare, 2023 


NUVOLA RAVERA, ANGELA. TAN ALIEN
Ambiente/ installazione: creme solari | modello in alluminio | monocromi su pvc | elementi nascosti, 2023

ANGELA. TAN ALIEN fa parte di una serie di interventi, corpi scultorei, installazioni e gesti che discutono i contenitori delle pratiche umane e dell’arte, con le sue istituzioni come categorie egemoniche. Il progetto è pretesto che calandosi nel contesto specifico di Polignano a Mare, si rivolge all’ingombro architettonico delle forme museali della Fondazione Pino Pascali. Idealmente un museo diventa qui organismo vivente esposto al sole meridiano.

Su questa attrazione e protezione che gli umani compiono nei confronti di un astro – sempre straniero - si crea un eco di inquieta attrazione e repulsione culturale. “Angela”, corpo che si sente alieno nella sua stessa conformazione è la storia di qualcuna o di qualcosa protagonista di una mutazione. Lei che desidera cambiare struttura epidermica, muta il proprio colore e ridiscute attraverso un “io pelle” la provenienza della sua presunta -natura. Insistendo sull’ambiguità degli ambienti espositivi in quanto organi senzienti e culturalizzati, una serie di scie dialogano direttamente con gli spazi espositivi. S’inciampa così in una trasformazione critica dei connotati museali e dei suoi contenuti come sintomi di mutazione, divenire insieme altro.

Surrogato e corpo sul quale proiettare ed agire, il modello, i monocromi ed il museo vengono -spalmati- di solari protettivi ed abbronzanti in modo da deformarne l’identità formale attraverso un prodotto per divenire altro da sé, per (ri)-conoscere il lontano, incarnandosi in esso. I vari corpi di “Angela” cosparsi di unguento sono campo di questa ambigua ed inquieta attrazione e repulsione culturale di fronte all’estraneo.

“Angela”, creatura fantasmica ma presente, è testimone di una perenne metamorfosi, che guarda al corpo e all’architettura come pelli ibride, al cielo e alla terra come luoghi compagni, contenitori e membrane di separazione e unione, per discutere i luoghi di incontro delle pratiche artistiche e la corporeità dei nostri contesti culturali – il nostro essere incarnati in dialogo con un anelito all’incorporeità.

Profilo biografico essenziale

Nuvola Ravera (Genova, 1984) è artista e ricercatrice non accademica.Il suo percorso si è orientato in studi di arti visive avvicinando metodologie sulla soglia fra antropologia, psicanalisi e pedagogia. Il lavoro di Nuvola Ravera si interroga su come i sistemi emotivi del corpo umano vengano alterati dagli artefatti e dai condizionamenti culturali. La sua ricerca si impegna in un tentativo di restituire autonomia psichica ai luoghi attraverso pratiche diversificate. Attuando collaborazioni con psicoterapeut*, antropolog*, biolog* e architett*, l’artista propone ipotesi di coabitazione tra mondo naturale e paesaggi antropizzati. Lavorando con materiali effimeri e organici, li sottopone a costanti processi di documentazione e trasformazione. Questi periodi di ricerca danno vita a ciò che l’artista chiama opere
placebo e opere sintomo: installazioni ambientali, attivazioni performative, oggetti scultorei e corpi fotografici attraverso cui esplorare “l’esperienza di cura” in varie declinazioni.

Giuseppe Ricupero (Siracusa, 1990) è architetto e dottorando presso il gruppo di ricerca Villard de Honnecourt dell'Università IUAV di Venezia, dove indaga il mezzo architettonico come forma di soggettivazione, evasione e sollievo nelle pratiche contemporanee. È ghost-architect per artisti, architetti, fondazioni e soggetti affini.


PIA - a circulating school for artists and curators
Per Capriola | an art week
Complesso delle Mura Urbiche - Lecce
dal 26 giugno al 3 luglio 2022



Dettaglio, Rachele Montoro, progetto site specific, The seer says no much time left
Intallation view, ph Raffaella Quaranta, Lecce 2022 


ph. Raffaella Quaranta

Profilo biografico essenziale

Rachele Montoro vive e lavora tra Torino, ma cresce a Napoli città che forgia la sua esuberanza e irriverenza. Il suo lavoro indaga le figure familiari e i corpi in relazione attraverso molti strumenti: bugie, alter ego, somme e sottrazioni, gossip, astrologia e tarocchi. In questo momento è impegnat* ad essere anche Paola Volpe, il suo alter ego astrologico e artistico.

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Per Coatto un fair #1 “Ricominciare dal silenzio” 
Stazione Milano Garibaldi - passante ferroviario 
8 settembre 2021- 22 ottobre 2021



Progetto site spec di Veronica Bisesti "Christine de Pizan nel mio studio" 2021 Stampa, collage, cm 14,5x20
Opera acquistata e attualmente in collezione privata

Meditare e riflettere sono azioni e momenti intimi di raccoglimento personale, creativo e mistico. In alcuni casi si tratta anche di una narrazione vissuta e messa in atto per sottrazione visiva e sonora, una condizione fisica e interiore di autoisolamento in un luogo concreto e, allo stesso tempo, simbolico come l’hortus conclusus di epoca medioevale e lo studiolo umanista. Christine de Pizan (1364- 1429), scrittrice, poetessa e storica di origine veneziana, cresciuta in Francia, con i suoi scritti e le sue invettive diffuse a corte, si fece portatrice del dibattito protofemminista, lottando in maniera colta e intellettuale contro l’idea dell’inferiorità culturale della donna. Come in una miniatura contemporanea Veronica Bisesti colloca nel suo presente, e dunque nel suo studio d’artista, l’immagine della pensatrice francese, affermando con questo fare un atteggiamento identitario e politico di forte rilevanza, che guarda al presente con un’attitudine impegnata e un modello di ricerca raffinato, scientifico e storicizzato. L’attualità del pensiero espresso nel lavoro dell’artista agita quel moderno studio umanista, che diviene prosecuzione naturale di un movimento di emancipazione e libertà in continuo fermento.

ph. Matteo De Nando e Crates design


Profilo biografico essenziale

Veronica Bisesti, (Napoli,1991) vive e lavora attualmente a Napoli.La sua ricerca affonda le radici sulla stratificazione della storia e tutti quei paradigmi culturali che condizionano la vita di tutti i giorni. Tra le mostre selezionate si annoverano: 2021, There is no time to enjoy the sun, a cura di Federico Del Vecchio, Fondazione Morra Greco, Napoli; 2019, To be here and there, a cura di Gianluca D’incà Levis e Evelyn Leveghi, Forte di Monte Ricco, Piave di Cadore; 2018, Sottobosco, a cura di Antonello Tolve, Palatul Bànffy Muzeul National De Arta, Cluj-Napoca; 2018, Women, a cura di Antonello Tolve, GABA, Macerata; 2014, Disegno, Casa d’Italia di Montréal, Montréal. 2014, é vincitrice del premio Pio Monte della Misericordia, a cura di Maria Grazia Leonetti e Mario Codognato, Napoli. Tra le residenze: 2021 Bocche sorelle, a cura di Roberta Mansueto, Noci, Bari; 2018, La città del sole, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, Roberta Aureli, Simone Ciglia, Caterina Molteni e Alberta Romano, BoCS Art, Cosenza.

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