INFORMATION

    giardino project, a cura di Giuseppe Amedeo Arnesano, è un luogo domestico del verde rivolto al confronto critico e politico nelle pratiche artistiche e curatoriali contemporanee. Un recinto urbano dove artistə e curatorə si alternano come ospiti di una residenza estiva.
Talk, interventi site-specific e operazioni editoriali sono azione e strumento di un processo di indagine dedicato alle dinamiche culturali e alle arti visive, ripensate in una visione periferica e di provincia come quella di un paese del Sud d’Italia
.




KRÍTAMO

NEWS - PUGLIA CONTERMPORARY LAND
ARTVERONA 2022 
AUDITORIUM
BIBLIOGRAFIA
EDITORIA
FUORI GIARDINO
LUOGHI DEL CONTAMPORANEO
QUORUM
SUPERCONDOMIO 4 e 5
SUPPORTA GIARDINO
DIVENTA SOSTENITORE
WHERE IS GIARDINO

CONTACTS




VOLUME 2. DE LIBERTATE 






Volume 2. De Libertate

03.07.22 
IRENE SOFIA COMI |  Oops I did it again
Pratiche discorsive tra autodeterminazione e autocensura nello “stato dell’arte”
H. 20 - 22 in programma con CAPRIOLA | AN ART WEEK IN LECCE



Il principio e la condizione di libertà costituiscono da sempre elementi essenziali della natura umana. Essi si manifestano come dinamiche di lotta, conquista, costrizione e controllo che coinvolgono lo Stato, la società e l’individuo, attraverso l’uso della forza fisica, giuridica e intellettuale, ma anche mediante la pressione morale esercitata dall’opinione pubblica. Queste questioni si rivelano oggi più attuali che mai, sia in riferimento alle limitazioni della libertà individuale introdotte per tutelare la salute collettiva durante l’emergenza sanitaria, sia rispetto al conflitto armato scatenato dal presidente della Federazione Russa contro uno Stato democratico e sovrano come l’Ucraina. Ogni epoca storica ha conosciuto battaglie e progressi in nome della libertà, che spesso viene riconosciuta, limitata e messa in discussione proprio da chi impone nuove catene alla società civile, alimentando senza sosta il dibattito tra tolleranza, libertà e sicurezza.

Con il saggio On Liberty, pubblicato a Londra nel 1859, John Stuart Mill (1806-1873) affronta in chiave utilitaristica – ovvero secondo il principio del massimo benessere per il maggior numero di persone – il rapporto tra Stato, società e individuo. Mill indaga la natura e i limiti giuridici che lo Stato può legittimamente imporre al singolo, ponendo al centro la difesa dello spazio di libertà e l’autodeterminazione del cittadino. Per l’autore, la libertà di pensiero e di opinione è imprescindibile in una società che deve includere anche le minoranze, le quali devono poter esprimere e condividere idee divergenti, commenti fuori dal coro, prospettive alternative. Solo così si contrasta la “dittatura della maggioranza”, poiché l’uomo, per sua natura fallibile, non può arrogarsi il diritto di possedere certezze assolute.

In uno dei passaggi fondamentali del libro si legge: «L’umanità è giustificata, individualmente o collettivamente, a interferire sulla libertà d’azione di chiunque soltanto al fine di proteggersi; il solo scopo per cui si può legittimamente esercitare un potere su qualunque membro di una comunità civilizzata, contro la sua volontà, è per evitare danno agli altri. Il bene dell’individuo, sia esso fisico o morale, non è una giustificazione sufficiente». In altre parole, ogni individuo deve poter compiere le proprie scelte senza giudizio o intromissione esterna: la libertà individuale è sacra e va difesa a ogni costo, ma deve essere limitata quando diventa causa di danno per gli altri. Mill ribadisce più volte: «Su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l’individuo è sovrano».

Questi pensieri si intrecciano con la riflessione sulla libertà come difesa della verità e del pluralismo. In tempi di guerra, infatti, assistiamo a un indebolimento dell’onestà e della critica nell’uso dell’informazione, che si trasforma rapidamente in propaganda politica e filogovernativa, volta a manipolare l’opinione pubblica. Da qui riemerge il tema della dittatura della maggioranza, contestata con forza da Mill, secondo cui anche nelle democrazie moderne la maggioranza rischia di imporsi e dominare sulle minoranze, prevaricando i diritti di chi non si riconosce nelle leggi dello Stato: «Noi non possiamo mai essere sicuri che l’opinione che cerchiamo di sopprimere sia falsa; e, lo fossimo pure, il sopprimerla sarebbe ancora un male».





[1] J. S. Mill, La Libertà, peclassici, pag. 12
[2] J. S. Mill, La Libertà, peclassici, pag. 33


03.07.22
IRENE SOFIA COMI | Oops I did it again
Pratiche discorsive tra autodeterminazione e autocensura nello “stato dell’arte”

Oops I did it again

Riposizionando nel sistema dell’arte attuale le considerazioni di Stuart Mill espresse in On Liberty, è possibile affermare - non senza una certa dose di generalizzazione, ironia e provocazione - che nel tempo presente si manifesta, nelle attitudini e nei comportamenti, una certa adesione al canone. Tra autodeterminazione e autocensura, la mimesis si sostituisce alla poiesis. Nel prendere spunto dalle riflessioni sulla libertà d’espressione e di immaginazione nella contemporaneità espresse da Vittorio Gregotti in Tre forme di architettura mancata, l’intervento Oops I did it again si configura come un’esperienza partecipata e vissuta insieme al pubblico, il quale diventa parte attiva di una pratica discorsiva. Partendo da alcune istanze condivise in una lettera aperta scritta dalla curatrice nel 2022, la metodologia con la quale si svolgerà l’incontro si colloca a metà strada tra i processi di autocoscienza collettiva e di cooperative learning.



Profilo biografico essenziale

Irene Sofia Comi, critica d’arte e curatrice indipendente, Irene Sofia Comi si laurea nel 2017 in “Arti, Patrimoni e Mercati” all’Università IULM di Milano, dove fino al 2020 è ricercatrice a contratto. Nel 2019 frequenta CAMPO19, programma curatoriale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Dal 2019 è direttrice artistica di The House, progetto per l’arte emergente e la ricerca multidisciplinare con sede in un appartamento privato, e co-fondatrice di TBD Ultramagazine, progetto collettivo curatoriale ed editoriale digitale e cartaceo che mira a ridefinire la collaborazione tra critico d’arte e artista.Attualmente in residenza presso Casa degli Artisti a Milano, collabora con diverse realtà pubbliche, private e no profit a livello nazionale e a partire dal 2020 viene invitata a tenere lezioni nei corsi di Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, la NABA - Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e nel dottorato “Visual and Media Studies” dell’Università IULM di Milano. Tra le recenti pubblicazioni si ricordano il libro Collezionismo Italiano Attivo - Ciak Collecting (Viaindustriae, ArtVerona, 2021), di cui è curatrice e autrice, e il suo saggio “Mediamorfosi e citazionismo. Pratiche di rimediazione tra arti visive e web”, parte della pubblicazione Cenacolo e Sistina: traduzione, citazioni, diffusione (Artemide, 2020).Attualmente scrive per Domus e Il Giornale dell’Arte, ha collaborato con Corriere della Sera, Arte - Cairo Editore, Zero e ATPdiary, dove ha curato la rubrica “I (never) explain” (2018-2020).


Rassegna stampa

Simona Squadrito, Capriola, Lecce | an art week, ATPdiary,  17.07.22

Carolina Davalli, 13 progetti artistici, collettivi e spazi culturali a Lecce e dintorni, i-D Vice, 21.11.22


Network

Sponsor